Ecco il fiume Buriganga, simbolo della fast fashion: un cumulo di spazzatura senza acqua, solo plastica

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Ecco il fiume Buriganga, simbolo della fast fashion: un cumulo di spazzatura senza acqua, solo plastica

Progetto Happiness, lanciato da Giuseppe Bertuccio D’Angelo, ci mostra la situazione dei fiumi in Bangladesh, dove acque e pesci sono soffocati dalla fast fashion
di Rebecca Manzi
www.greenme.it

Nel cuore di Dacca, in Bangladesh, uno degli affluenti del fiume Buriganga si è trasformato in un “fiume di vestiti”, soffocato dai rifiuti delle industrie tessili. Quello che una volta erano acque cristalline è ora una melma tossica che distrugge la flora e la fauna locali, costringendo i residenti a convivere con gravi problemi di salute.

Questo disastro ambientale è il risultato della fast fashion, un’industria che privilegia la produzione rapida e a basso costo degli abiti. Questo è il vero costo della nostra moda sull’ambiente e per questo motivo dobbiamo cambiare le nostre abitudini di consumo per sperare di vivere in un mondo più sano e sostenibile.

Il video sconvolgente è stato pubblicato da Progetto Happiness su Instagram e mostra questo disastro ambientale che ha spinto alla proliferazione di fabbriche in paesi come il Bangladesh, dove le normative ambientali sono spesso inadeguate e mal applicate. Un filmato che conferma quanto già mostrato da un altro creator, @davud e di cui vi avevamo già parlato negli scorsi mesi.

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Solo il 30% dei rifiuti viene smaltito correttamente

Ma com’è possibile tutto ciò? Ogni giorno, Dacca scarica circa 4.500 tonnellate di rifiuti solidi, di cui solo il 30% viene smaltito correttamente, rendendo l’acqua inadatta per umani e animali. La fast fashion ha causato danni per decenni senza che i consumatori ne fossero pienamente consapevoli.

I danni si sono registrati da più fronti: il consumo di energia, la dispersione di microfibre e le sostanze chimiche nocive nelle acque reflue sono tutte minacce per gli esseri umani e la fauna selvatica. Inoltre l’inquinamento da tessuti e plastica aumenta il rischio di gravi inondazioni. L’industria dell’abbigliamento, in termini di emissioni di CO2, supera l’inquinamento dell’industria aeronautica e navale messe insieme.

Il 73% dei vestiti importati dagli Stati Uniti nel 2023 proviene dall’Asia, con Cina, Vietnam e Bangladesh in testa. Dei 52 miliardi di dollari di esportazioni del Bangladesh nel 2021, 44 miliardi erano indumenti, con la nostra avidità che sta distruggendo il pianeta.

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