E se il campo magnetico terrestre si spegnesse davvero?

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E se il campo magnetico terrestre si spegnesse davvero?

l’importanza del campo magnetico terrestre nella protezione del nostro pianeta e nella regolazione delle interazioni del pianeta con l’ambiente spaziale.
di Lili Cafarella e Leonardo Sagnotti
tratto da INGVAMBIENTE

Nel recente adattamento televisivo di L’Eternauta, prodotto da Netflix e tratto dall’omonimo fumetto argentino di culto, una nevicata silenziosa e letale ricopre le strade di Buenos Aires. L’evento, centrale nella narrazione, è attribuito al collasso del campo magnetico terrestre: le particelle delle fasce di Van Allen, normalmente trattenute dalla magnetosfera nello spazio circumterrestre, raggiungono la superficie terrestre sotto forma di polvere mortale.

Pur trattandosi di un’opera di fantascienza, questo spunto narrativo offre l’occasione per riflettere su un elemento fondamentale ma spesso poco noto: l’importanza del campo magnetico terrestre nella protezione del nostro pianeta e nella regolazione delle interazioni del pianeta con l’ambiente spaziale.

The Eternaut, edition by Fantagraphics

Il campo magnetico terrestre: struttura e funzione

Il campo magnetico terrestre è generato da un processo di auto-sostentamento chiamato effetto dinamo, che nasce nella parte esterna liquida del nucleo interno del nostro pianeta. Questo guscio è di natura metallica e composto principalmente da ferro e nichel e il suo moto è influenzato dalla rotazione terrestre. I movimenti di questo materiale metallico fluido producono un campo magnetico che si estende ben oltre la superficie terrestre. Il campo geomagnetico ha una struttura simile a quella di un dipolo inclinato di circa 11° rispetto all’asse di rotazione terrestre, anche se in realtà la sua configurazione di dettaglio è più complessa. La regione di spazio circumterrestre che è permeata dal campo magnetico terrestre è detta magnetosfera, la quale agisce come una barriera che contrasta il flusso continuo di particelle cariche provenienti dal Sole (vento solare) e dal cosmo.

La magnetosfera terrestre

Le Fasce di Van Allen

All’interno della magnetosfera si trovano le cosiddette fasce di radiazione di Van Allen, scoperte nel 1958 dallo scienziato James Van Allen grazie ai dati raccolti dal satellite Explorer 1. Si tratta di due zone toroidali concentriche (a forma di ciambella), situate a diverse altezze sopra l’equatore. Qui particelle ad alta energia (protoni, elettroni e ioni) restano intrappolate, catturate dal campo magnetico. Questo effetto di intrappolamento è dovuto alla forza di Lorentz, che spinge le particelle a muoversi lungo le linee del campo magnetico

  • La fascia interna, che si estende da circa 1.000 a 12.000 km di altitudine con un picco di densità intorno ai 6.000 km, contiene per lo più protoni ad alta energia. È relativamente stabile e può rappresentare un pericolo per i satelliti che la attraversano ripetutamente, come quelli in orbita bassa.
  • La fascia esterna, che si trova tra i 13.000 e anche oltre  i 60.000 km, è composta prevalentemente da elettroni altamente energetici. La sua forma e intensità variano in funzione dell’attività solare: durante forti tempeste geomagnetiche, può espandersi e intensificarsi, rendendo le condizioni spaziali più ostili per i veicoli spaziali.

Queste fasce costituiscono un elemento critico nella progettazione delle missioni spaziali, poiché l’esposizione prolungata all’azione di queste particelle ad alta energia  può danneggiare componenti elettronici e rappresentare un rischio per la salute umana.

Le fasce di Van Allen sono un effetto diretto dell’interazione tra il campo magnetico terrestre e le particelle provenienti dallo spazio: un fenomeno naturale che, sebbene invisibile, svolge un ruolo cruciale nella protezione dell’ambiente terrestre e delle infrastrutture spaziali.

Fasce di Van Allen. Adattamento da JHUAPL/LASP

È possibile un collasso del campo magnetico?

Nella narrazione di L’Eternauta, si fa inizialmente riferimento a uno “spegnimento” del campo magnetico terrestre. Con il procedere degli episodi, tuttavia, diventa evidente che si tratta in realtà di un’inversione della polarità geomagnetica, un fenomeno noto e documentato nella storia geologica del pianeta.

Dal punto di vista scientifico, non esistono evidenze che il campo magnetico terrestre possa collassare improvvisamente o spegnersi del tutto. Ciò che può avvenire — e che è effettivamente accaduto centinaia di volte nel passato geologico — è un’inversione dei poli magnetici. Tale inversione può manifestarsi quando l’intensità del campo magnetico terrestre è notevolmente inferiore a quella attuale (fino a valori dell’ordine del 5-10% di quella attuale).  La variazione di intensità del campo avviene generalmente con una  transizione lenta e graduale. I periodi, di intensità molto ridotta, all’interno dei quali si verifica l’inversione hanno una durata dell’ordine di alcune migliaia di anni.

Durante le inversioni di polarità, o in fasi di temporaneo indebolimento del campo geomagnetico, possono verificarsi alcune conseguenze misurabili. Si tratta di effetti potenzialmente significativi, come ad esempio:

  • una maggiore esposizione delle orbite satellitari a particelle energetiche;
  • un incremento della vulnerabilità di reti elettriche e sistemi di navigazione e comunicazione durante eventi di tempesta geomagnetica;
  • una più elevata incidenza di radiazione nelle regioni polari.

Non si tratterebbe, quindi, di un evento catastrofico immediato, ma di una serie di impatti progressivi, in gran parte legati alla maggiore esposizione del pianeta alle particelle energetiche del vento solare e ai raggi cosmici. Gli effetti sarebbero soprattutto su infrastrutture tecnologiche e sistemi di comunicazione.

Un tema di ricerca attuale

Il campo magnetico terrestre è oggetto di monitoraggio e studio continuo da parte della comunità scientifica. L’INGV, attraverso la rete degli osservatori geomagnetici italiani e la partecipazione a programmi internazionali come INTERMAGNET, contribuisce alla rilevazione di dati fondamentali per comprendere le variazioni a breve e lungo termine del campo geomagnetico.

Posizione osservatori geomagnetici italiani

L’Istituto è inoltre coinvolto nelle attività europee di Space Weather, che si occupano di prevedere e mitigare gli effetti delle tempeste geomagnetiche indotte dall’attività solare, con applicazioni che riguardano direttamente la sicurezza delle comunicazioni, della navigazione e dei sistemi satellitari.

Infine, nel laboratorio di paleomagnetismo dell’INGV si sono sviluppate ricerche per ricostruire le variazioni di intensità del campo magnetico nel tempo geologico e le caratteristiche di dettaglio delle inversioni di polarità magnetica registrate nelle successioni sedimentarie marine e lacustri.

Il rischio reale dietro la finzione

La domanda iniziale — e se il campo magnetico terrestre si spegnesse davvero? — trova risposta nella solidità dei dati scientifici: non è un evento realistico. Tuttavia, le variazioni e le inversioni del campo sono fenomeni reali, complessi, e scientificamente rilevanti.

Al di là della licenza narrativa, L’Eternauta offre uno spunto utile: ricordare quanto sia fondamentale continuare a studiare e monitorare il campo geomagnetico. Si tratta infatti di un elemento invisibile ma essenziale per la protezione del nostro pianeta e delle infrastrutture su cui si basa la nostra civiltà tecnologica.


Il contesto culturale dietro L’Eternauta: un classico argentino tra scienza e memoria

L’Eternauta è nato come fumetto in Argentina nel 1957, scritto da Héctor Germán Oesterheld e disegnato da Francisco Solano López. È considerato una delle opere più influenti della fantascienza latinoamericana. La nuova serie prodotta da Netflix ne adatta l’impianto narrativo in chiave moderna.
Allo stesso tempo gli autori hanno mantenuto intatto il nucleo tematico originale.
>Nel racconto, una nevicata tossica è solo l’inizio di un’invasione aliena non convenzionale. Anziché infatti attaccare direttamente, gli invasori manipolano fenomeni naturali — come il campo magnetico terrestre — per rendere il pianeta inospitale e disorientare la popolazione. Questo rende L’Eternauta una rara opera di fantascienza in cui la fisica dell’ambiente terrestre diventa strumento narrativo, e dove la resilienza collettiva prevale sull’eroismo individuale.
Il suo autore fu vittima della dittatura militare argentina: Oesterheld e le sue figlie furono arrestati e “desaparecidos” tra il 1976 e il 1978. Il fumetto è oggi letto anche come una metafora della repressione politica e della lotta per la memoria storica.

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