Il Mediterraneo è tra le 6 zone più inquinate dalla plastica del Pianeta!
Legambiente alla conferenza Onu di New York: la cattiva gestione dei rifiuti urbani causa del 54% dei rifiuti spiaggiati, in gran parte costituiti da materiali usa e getta
di Giorgio Zampetti
www.greenreport.it
Il mare Mediterraneo è una delle aree più ricche di biodiversità al mondo e risulta essere tra le sei zone di maggior accumulo di rifiuti galleggianti del Pianeta (le altre sono nell’oceano Pacifico del nord e del sud, nell’oceano Atlantico, del nord e del sud e nell’oceano Indiano), con evidenti rischi per l’ambiente, la salute e l’economia. Il quadro dell’Unep, il Programma ambientale delle Nazioni Unite, è confermato anche dai nuovi dati dei monitoraggi che Legambiente conduce dal 2013 nei mari e sulle coste dell’area del Mediterraneo.
Dall’ultima indagine di Legambiente sul beach litter, nell’ambito della campagna Spiagge e fondali puliti – Clean up the Med, si evince che la plastica spiaggiata rappresenta l’81% di tutti i rifiuti trovati. L’indagine è stata condotta su 62 spiagge italiane nel corso della primavera 2017 e in 43 spiagge del mediterraneo, negli ultimi 4 anni; la percentuale della plastica sale al 96% se consideriamo i rifiuti galleggianti monitorati da Goletta Verde in 80 ore di osservazione diretta durante l’estate 2016.
La cattiva gestione dei rifiuti urbani e quindi la mancata prevenzione è causa del 54% dei rifiuti spiaggiati, in gran parte costituiti da materiali usa e getta. Infatti, il 64% dei rifiuti trovati sulle spiagge del Mediterraneo riguarda oggetti concepiti per essere usati pochi minuti, a fronte di una persistenza nell’ambiente decisamente elevata, se non vengono smaltiti correttamente. La top ten è guidata dai mozziconi di sigaretta (12%), tappi (10%), bottiglie e contenitori di plastica ma anche reti per la coltivazione dei mitili (8%).
