Osservato per la prima volta un buco nero che si alimenta con il proprio campo magnetico
www.sciencealert.com
I buchi neri sono uno dei misteri più intricati dell’universo: regioni dense dello spazio dove c’è così tanta gravità che nemmeno la luce può sfuggire. Hanno anche una strana relazione con i campi magnetici che è forse ancora più misteriosa. Sappiamo che i campi magnetici circondano molti buchi neri, ma variano enormemente in forza, e non siamo veramente sicuri di come o perché si formino.
Ora grazie a un nuovo studio, un altro pezzo di questo strano puzzle sembra si sia posizionato. Per la prima volta, gli astronomi hanno osservato un campo magnetico attorno a un buco nero supermassiccio che gioca un ruolo attivo nella sua alimentazione.
Nel cuore di Cygnus A, una galassia attiva a 600 milioni di anni luce di distanza e una delle più luminose sorgenti radio del cielo, gli astronomi hanno trovato prove del fatto che i campi magnetici intrappolano il materiale di cui si nutre il buco nero supermassiccio. Un po ‘come una rete cosmica.
Ciò potrebbe aiutare gli scienziati a capire perché alcuni nuclei galattici sono estremamente attivi, emettendo enormi getti collimati dalle loro regioni polari, mentre altri, come il Sagittarius A * della Via Lattea, sono solo intermittentemente attivi e altri sembrano completamente sopiti.
Secondo il modello unificato, i nuclei galattici attivi, cioè quelli caratterizzati da un buco nero supermassiccio al centro di una galassia che si sta alimentando attivamente, sono circondati da un disco di accrescimento di materiale che sta cadendo nel buco nero.
Al di fuori di questo disco di accrescimento c’è un toroide, o struttura a forma di ciambella, di polvere e gas, che si alimenta nel disco di accrescimento. Il modo in cui questa struttura viene creata e il motivo per cui rimanga lì non sono chiari, ma le osservazioni di Cygnus A suggeriscono che i campi magnetici lavorano per per modellare il toroide e mantenerlo in posizione.
Illustrazione che mostra come i campi magnetici corroderebbero il toroide. (NASA / SOFIA / Lynette Cook)