Raggiunto il nuovo “massimo storico” per le emissioni di CO2 nel mondo: si allontanano gli obiettivi climatici
Si tratta «del più alto tasso di crescita» dal 2013, spiega l’Agenzia internazionale dell’energia
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L’International energy agency (Iea) ha pubblicato oggi il proprio rapporto annuale, con cui analizza i principali trend energetici del 2018 e le relative emissioni di CO2, mettendo a nudo quanto siano inadeguati per evitare cambiamenti climatici devastanti e irreversibili: non solo le emissioni di CO2 legate all’impiego di energia non sono diminuite, ma risultano addirittura aumentate dell’1,7% (+560 Mt, l’equivalente di tutte le emissioni dell’aviazione internazionale) toccando il «massimo storico» di 33,1 miliardi di tonnellate (Gt) di CO2. Si tratta «del più alto tasso di crescita» dal 2013, e risulta legato sia a una robusta crescita economica sia alle mutate condizioni climatiche che hanno portato in molte aree del mondo a un incremento della domanda di energia per raffrescamento e riscaldamento: un cane che si morde la coda.
Secondo la Iea, a livello globale la domanda di energia nel 2018 è cresciuta del 2,3%, ovvero al ritmo più veloce di tutto il decennio, con Cina, India e Usa responsabili da soli dell’85% dell’aumento nelle emissioni di CO2. In Europa invece, nonostante un’espansione economica pari all’1,8%, la domanda di energia è cresciuta “solo” dello 0,2% e le relative emissioni di CO2 sono calate dell’1,3% (- 50 Mt), soprattutto grazie a una diminuzione del 4,5% registrata in Germania.
Anche le energie rinnovabili sono continuate a crescere nel corso del 2018, ma a un ritmo ancora insufficiente. La domanda di energia da rinnovabili è aumentata del 4%, e nel 2018 su queste fonti si è concentrato il 45% della crescita mondiale della produzione di elettricità; la Cina è responsabile del 40% di tutta questa crescita, seguita dall’Europa (25%), ma ancora non basta. Per raggiungere quello che la Iea chiama “Sustainable development scenario” le energie rinnovabili dovranno passare dal produrre il 25% di tutta l’elettricità mondiale al 40%; dall’attuale 10% di calore al 25%; dal 3,5% nel settore dei trasporti al 19%. Il tutto entro il 2040.
