I cambiamenti climatici incidono sugli incendi. Ecco come
di Luca Tonarelli
www.greenpeace.org
Gli incendi boschivi, nell’attuale contesto dei cambiamenti climatici, sono un problema destinato a complicarsi ed aggravarsi nei prossimi anni. Stiamo parlando di un fenomeno che in Europa, dal 2000 al 2017, ha distrutto 8,5 milioni di ettari (poco meno di mezzo milione di ettari ogni anno), che ha causato la perdita di 611 vite umane tra addetti allo spegnimento e civili oltre alla perdita economica di più di € 54 miliardi.
I cambiamenti climatici sono già in atto e stanno comportando un aumento costante delle temperature globali, con variazioni dei modelli di precipitazioni con la conseguenza di un aumento del rischio di legato ad eventi meteorologici e climatici estremi. Gli effetti varieranno in base alle regioni e alle località, ma in combinazione con gravi siccità e ondate di calore, gli incendi boschivi hanno già conseguenze catastrofiche.
Nel bacino del Mediterraneo negli ultimi anni ci sono stati eventi estremi, soprattutto nella calda e siccitosa estate del 2017, che hanno interessato, Portogallo, Spagna, Italia, Grecia, con molte vittime, ma anche paesi che hanno sempre avuto pochi incendi boschivi come Germania, Polonia, Svezia, Irlanda ed Inghiterra.

I cambiamenti climatici stanno portando, in Europa ed in Italia, ad un aumento del numero di giorni di pericolo e di conseguenza, ad un prolungamento della stagione antincendi rendendo i nostri boschi sempre più vulnerabili. Inoltre è previsto che le annate siccitose, che in Italia dal 2000 hanno avuto un tempo di ritorno di circa 4 anni (2003-2007-2012-2017), aumenteranno sottoponendo i boschi e la vegetazione ad intensi “stress” prolungati, con periodi sempre minori per il recupero. L’area boscata annuale percorsa dagli incendi dovrebbe aumentare da 3 a 5 volte nell’Europa meridionale, da qui al 2100.
Il ruolo dei boschi
I boschi e gli alberi rivestono e rivestiranno un ruolo determinante nella lotta al cambiamento climatico.
L’Europa, e l’Italia in particolare, non vivono fortunatamente una fase di “deforestazione”. Anzi il contrario. In Italia la superficie boscata ha ormai superato gli undici milioni di ettari ed è in costante aumento. Basta pensare che dal 1990 a oggi, i boschi hanno guadagnato oltre un milione di ettari, in media 800 m2 di nuove foreste al minuto, con un contemporaneo miglioramento strutturale dei boschi esistenti, che hanno visto incrementare la loro densità e la loro biomassa. Per la prima volta nel 2018, dopo due secoli, la superficie forestale nazionale ha superato quella agraria (come prova l’Inventario dell’uso delle terre d’Italia) raggiungendo il 37 per cento dell’intero territorio nazionale. Questo, misto all’abbandono della gestione di aree montane e di aree agricole, ha generato grandi continuità di vegetazione, e quindi di “combustibile”, prima causa dei grandi incendi, che in ambiente mediterranei è spesso composto da specie altamente infiammabili come pinete e zone di macchia mediterranea.

 
								
				 
				
								
										
			 Luca Tonarelli
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