Isola di Dino, in Calabria: recuperati oltre 100 copertoni dal fondale marino
Corde, scarpe, piatti, maschere, salvagenti, canotti, reti di ogni ordine e grado, tubi, bottiglie e tavolini e una quantità di pneumatici che farebbe impallidire una autofficina. La pulizia dei fondali dell’Isola di Dino a Praia a Mare, in Calabria, avviata nei giorni scorsi ha dato immediatamente i suoi “frutti”: a essere recuperati oltre 100 copertoni.
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Entrato a fine settembre nella fase operativa, si tratta del Progetto di rimozione rifiuti nei fondali dell’Isola di Dino, Capo Scalea, finanziato dalla Regione con il Por Calabria Fesr/Fse 2014/2020.

Le attività sono svolte dai volontari e sommozzatori esperti di Italia Nostra e toccano un tratto di costa calabrese con fondali ricchi di estese praterie di Poseidonia e Gorgonie e specie ittiche come Castagnole, Murene, Polpi, Cernie e Ricciole.
“In questo contesto di ricca biodiversità, negli anni – hanno spiegato da Italia Nostra – si sono andati ad accumulare, complici le correnti marine, rifiuti e detriti che costituiscono una minaccia per l’ecosistema e una potenziale fonte di microplastiche e inquinanti che potrebbero entrare nel ciclo alimentare umano”.

E in effetti, sono oltre 100 gli pneumatici sinora venuti a galla. Ma i copertoni non sono l’unica forma di rifiuto: ad emergere sono stati, oltre a reti e cordame e ogni tipo di cianfrusaglia umana, anche quel che resta di un gozzo in vetroresina e un gommone e materiale ferroso di ogni genere.
“Siamo particolarmente orgogliosi di questa nostra azione di pulizia dei fondali marini – conclude Mariarita Signorini, presidente nazionale di Italia Nostra – perché, mentre molti cittadini e organizzazioni operano per raccogliere la plastica sulle coste italiane, poco viene fatto per bonificare le profondità marine in cui si stanno ammassando quantità di rifiuti molto pericolosi per l’ecosistema”.
