MECCANISMI INCEPPATI
MECCANISMI INCEPPATI
Di Andrea Corigliano – Fisico dell’Atmosfera
A corredo dellโarticolo pubblicato ieri, ecco la proiezione del segnale piovoso calcolato dalla modellistica numerica e valido per i prossimi dieci giorni, fino alla fine della prima decade di novembre. Non รจ una previsione da intendere in senso stretto per ovvi motivi legati alla predicibilitร dell’atmosfera, ma รจ un modo per cogliere meglio lโassenza di una dinamica autunnale degna di tale nome sul bacino del Mediterraneo. Lungo quella linea nera scorre all’incirca il confine entro il quale si estende il raggio dโazione del flusso perturbato atlantico mentre al di sotto di essa la circolazione periferica, che fa da cerniera con le correnti a componente anticiclonica presenti piรน a sud, trasporta solo aria umida che rilascia precipitazioni piรน organizzate solo laddove il flusso interagisce con lโorografia della nostra penisola.
Altrove, un segnale molto debole delle precipitazioni รจ indice di assenza dei sistemi frontali e delle figure di bassa pressione. In particolare, lโombra pluviometrica sul Piemonte, sul Ponente Ligure e in Emilia Romagna dimostra una prevalenza dei flussi sud-occidentali a tutte le quote che escludono lโingresso di correnti sciroccali proprio perchรฉ manca la penetrazione dei sistemi perturbati e delle saccature ad essi associate fin sullโentroterra nord africano, partendo dal Marocco e dallโAlgeria. Per avere peggioramenti del tempo spiccatamente autunnali, la dinamica atmosferica dovrebbe essere spostata di 800-1000 chilometri piรน a sud ma cosรฌ non รจ per lโingombrante presenza della fascia anticiclonica subtropicale che, negli ultimi decenni, ha conquistato quel volume di spazio atmosferico che in questo periodo dell’anno dovrebbe essere lasciato libero alla circolazione perturbata atlantica.
Dโaltro canto, i climatologi ci hanno sempre detto che una conseguenza del cambiamento climatico รจ la dilatazione della cella di Hadley verso le latitudini subtropicali: non lo vediamo solo in estate con una maggiore presenza del promontorio nord africano, ma anche nelle stagioni intermedie e in inverno nel momento in cui le perturbazioni atlantiche faticano a entrare alle nostre latitudini salvo qualche raro caso e le ondate di freddo, quando riescono a raggiungerci, si limitano spesso a una toccata e fuga.
