In 1200 anni l’acqua alta ha invaso 6 volte la Basilica di San Marco, 3 negli ultimi 19 anni, 2 in poco più di un anno!
In 1200 anni la marea ha invaso la Basilica di San Marco solo 6 volte, 2 nell’ultimo anno. E 40 zone costiere in tutta Italia sono a rischio inondazione entro 80 anni
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Anche per una città che ha il mare nel sangue come Venezia «una marea a 187 cm è una ferita che lascia segni indelebili». Il sindaco della Serenissima, Luigi Brugnaro, sta facendo i conti con una città invasa dall’acqua: al momento si contano due persone morte a Pellestrina, mentre cittadini e imprese sono stati invitati a documentare i danni subiti e l’Amministrazione comunale chiederà che venga riconosciuto lo stato di emergenza da parte del Governo. «Venezia è in ginocchio – ripete Brugnaro (nella foto, ndr) – la Basilica di San Marco ha subito gravi danni come l’intera città e le isole», e si parla di danni nell’ordine di centinaia di milioni di euro. Un dramma che ha riguardato nelle stesse ore un altro sito Unesco come Matera, devastato dalla pioggia incessante.
Si tratta di un copione che si ripeterà sempre più spesso, senza azioni di contrasto e mitigazione dei cambiamenti climatici davvero efficaci. Come sottolineano dalla Procuratoria di San Marco dal IX secolo, cioè in 1200 anni, è capitato solo sei volte che la marea invadesse la Basilica. E non è un caso questo sia avvenuto tre volte negli ultimi 19 anni, di cui una nell’ottobre del 2018 e una ieri; ogni volta la Basilica invecchia di vent’anni in un solo giorno, anche se «forse questa è una considerazione ottimista» come precisano dalla Procuratoria.
Oggi, all’indomani della tragedia, il senso dell’allarme lanciato congiuntamente già tre anni fa dall’Unesco e dall’Unep non è difficile da cogliere: Venezia è in «immediato pericolo» e rischia di essere sommersa dalle acque tanto quanto Palau e le Galapagos. Ormai non occorre andare all’altro capo del mondo per tastare il polso ai cambiamenti climatici, che in Italia marciano anzi a velocità doppia: se nel 2018 l’aumento della temperatura media globale rispetto al periodo 1961-1990 è stato di 0,98°C, in Italia si è arrivati a +1,71°C.
All’inizio di quest’anno l’Enea ha messo perfettamente in chiaro cosa significa quest’allarmante tabella di marcia: «Entro la fine del secolo l’innalzamento del mare lungo le coste italiane è stimato tra 0,94 e 1,035 metri». In altre parole senza mitigazione e adattamento ai cambiamenti climatici 40 zone costiere sono a rischio inondazione, con attività turistico-balneari, ferrovie, strade e autostrade, riserve naturali e città ad alta densità abitativa che potranno finire sott’acqua nel giro di 80 anni.
Venezia per difendersi ha messo in campo la contestata opera del Mose, una complessa rete di 78 barriere alle bocche di porto di Lido, Malamocco e Chioggia, progettate per separare dall’Adriatico la laguna di Venezia: dopo 16 anni dall’inizio dei lavori e un’escalation dei costi – passati da una stima di 1,6 miliardi di euro a 5,5 – il Mose dovrebbe entrare in funzione nel 2022 (anziché nel 2011 come previsto) dopo gli scossoni giudiziari che negli anni scorsi hanno scoperto il giro di tangenti attorno alla mastodontica opera.
