L’ETERNO AUTUNNO. MA QUALCUNO SI E’ ACCORTO CHE SIAMO IN INVERNO?
L’ETERNO AUTUNNO. MA QUALCUNO SI E’ ACCORTO CHE SIAMO IN INVERNO
di Andrea Corigliano – Fisico dell’Atmosfera
Continuano ad arrivare le immagini dal cuneese dove, in questo dicembre ormai agli sgoccioli, le nevicate sono state abbondanti in più occasioni e si sono spinte fino a bassa quota grazie a fattori locali che amplificano il raffreddamento ed abbassano significativamente la quota dello zero termico. Una situazione che farebbe pensare al debutto di un vero inverno, ma basta spostarsi sui settori centro-orientali dell’arco alpino e sull’Appennino per osservare che, invece, la neve latita o per l’assenza significativa di precipitazioni o perché, dove queste si sono manifestate, le temperature sono state miti anche in quota e hanno permesso alla neve di fare solo fugaci apparizioni.

Paghiamo la persistenza di uno stato atmosferico che rimane vestito di autunno e che quindi porta con sé quelle condizioni meteorologiche che sono ancora tipiche della stagione passata: le precipitazioni abbondanti già registrate e quelle attese per esempio anche tra oggi e domani su alcune delle nostre regioni ne sono l’espressione più lampante. In effetti, siamo interessati da una vasta circolazione ciclonica che si è insediata sul Mediterraneo e che quindi produce nubi e precipitazioni. Nel circolo, però, entra anche parte del calore sottratto a una superficie marina che su tutto il bacino continua a mantenere una temperatura superiore alla media di 1-2 °C rispetto alla climatologia dell’ultimo trentennio (fig. 1).

Di conseguenza, aumentano anche i flussi di vapore acqueo che la medesima struttura ciclonica mette in movimento fino a quando questi non intercettano una barriera montuosa e si trasformano in precipitazioni che risultano abbondanti proprio perché è abbondante il contenuto di vapore in una colonna atmosferica che è più calda rispetto alle condizioni termiche che dovremmo avere in questo periodo. Si sa che l’aria calda contiene più vapore acqueo di una massa uguale di aria fredda e quindi il cerchio si chiude. A proposito di flussi di vapore acqueo e di precipitazioni, l’Extreme Forecast Index (EFI) di questi giorni mostra proprio come nella giostra ciclonica mediterranea si muovano correnti che sono molto più umide rispetto alle condizioni tipiche del periodo (figg. 1 e 2): valori dell’indice superiori a 0.7, fino a raggiungere l’unità, danno indicazioni su quanto siano insolite le condizioni che si stanno verificando, fino a essere considerate potenzialmente eccezionali.

Ecco, le precipitazioni che sono cadute sul basso Piemonte e quelle attese tra oggi e domani sull’Emilia orientale e sulla Romagna, nonché a ridosso delle Alpi occidentali e su parte delle coste tirreniche, sono proprio l’espressione di questo surplus igrometrico di cui dispone una massa d’aria che permette questa situazione proprio in virtù del fatto che è ancora troppo calda. Il fatto che tra oggi e domani possa nevicare sulle regioni settentrionali fino a quote collinari – peraltro in corso di evento a causa dell’arrivo di aria un po’ più fredda – non è una notizia come non sarebbe stata una notizia se si fossero verificate le condizioni per avere nevicate fino in pianura. Il problema è che manca il freddo ed è proprio questa dinamica e questo stato del nostro bacino a evidenziarlo. Sperare che il nuovo anno inizi sotto l’influenza correnti più fredde da est non è una questione di essere appassionati di certe dinamiche, ma è una necessità per mettere almeno una pezza a questa situazione che di inverno non ha proprio nulla. PS – Lo so, vi avevo detto che ci saremmo riletti tra qualche giorno, ma non posso farci nulla quando i pensieri si affollano nella mente e vogliono trovare lo sfogo su una tastiera. Perdonatemi il pippotto e ancora Buon Natale.