L’ULTIMA PERTURBAZIONE ATLANTICA PRIMA DI UN PROBABILE LUNGO BLOCCO ANTICICLONICO A CUI SI LEGHERANNO LE POSSIBILITÀ DI AVERE CONDIZIONI PIÙ INVERNALI
L’ULTIMA PERTURBAZIONE ATLANTICA PRIMA DI UN PROBABILE LUNGO BLOCCO ANTICICLONICO A CUI SI LEGHERANNO LE POSSIBILITÀ DI AVERE CONDIZIONI PIÙ INVERNALI
di Andrea Corigliano – Fisico dell’Atmosfera
Sulle regioni meridionali lo stato del tempo è al momento influenzato da una modesta circolazione depressionaria in quota, in risalita verso il Mar Egeo, che sta accompagnando verso l’area ionica il passaggio della nuvolosità e di qualche pioggia appartenente alla goccia fredda che si era isolata nei giorni scorsi sull’entroterra algerino (fig. 1).

Altrove sono invece presenti condizioni di variabilità che da domani lasceranno il posto a un nuovo cambiamento dello stato del tempo. Come è infatti ben visibile dall’immagine satellitare di questa mattina, una vasta e profonda saccatura ricolma di aria fredda polare marittima si sta avvinando all’Europa sud-occidentale e con la propria parte più avanzata raggiungerà le Isole Baleari nella notte tra domenica e lunedì accompagnando così l’ingresso di una nuova perturbazione.Anche in questo caso il sistema sarà preceduto da correnti sciroccali e almeno in una prima fase limiterà la propria influenza alle regioni occidentali italiane dove, tra domani e lunedì, andranno a concentrarsi le precipitazioni (fig. 2): in particolare, sarà ancora il Nord-Ovest a risentire dei fenomeni più organizzati grazie anche al sollevamento orografico che dispenserà cumulate anche significative – nevose in genere oltre i 1000-1400 metri – specie sul Piemonte e sul Ponente Ligure. Poco o nulla invece sul resto della penisola, con il settore alpino del Nord-Est e l’area appenninica che si troveranno ancora in condizioni di pesante deficit nivometrico.

La perturbazione non riuscirà a interessare tutte le nostre regioni perché, ancora una volta, non avrà la spinta necessaria per evolvere verso levante. La saccatura che la accompagnerà sarà infatti recisa da una possente rimonta anticiclonica di matrice azzorriana che andrà a congiungersi con un’analoga figura di alta pressione formatasi nel frattempo sulla penisola scandinava. Dalla coda della saccatura si isolerà così una circolazione depressionaria autonoma che proprio nei giorni intorno al Natale condizionerà il tempo dell’Italia agendo in sinergia con il blocco anticiclonico (fig. 3, a sinistra). I due ingranaggi piloteranno così la parte più intensa dell’irruzione di aria fredda verso l’Europa centro-orientale ma riusciranno comunque a convogliare una minima parte del flusso freddo periferico anche verso ovest facendolo transitare soprattutto a nord dell’arco alpino fino a raggiungere la Francia: per i dettagli, bisognerà valutare se e quanta aria fredda appartenente a questo flusso periferico riuscirà a percorrere le valli alpine per raggiungere anche la Pianura Padana. La configurazione di blocco continuerà probabilmente a organizzare le dinamiche della circolazione atmosferica a scala europea anche negli ultimi giorni del mese (fig. 3, a destra).

Fin tanto il campo di alta pressione si troverà ad occupare le alte latitudini e questo segnale sarà robusto – come si deduce in chiave probabilistica anche negli ultimi aggiornamenti – la strada ai flussi settentrionali verso le latitudini più meridionali resterà aperta e non svaniranno le possibilità che condizioni più invernali possano arrivare a interessare anche la nostra penisola: come sempre dovremo seguire passo dopo passo gli aggiornamenti restando fedeli ai limiti di predicibilità prima di poter dare indicazioni più affidabili. Lasciatemi comunque almeno sperare che un’irruzione fredda possa raggiungere anche le nostre regioni perché ce ne sarebbe davvero tanto bisogno, dal momento che questo dicembre di inverno non ha avuto proprio nulla e lo stato di anomalia abbondantemente positiva della temperatura a 2 metri dal suolo che abbiamo registrato fino ad oggi su tutto il nostro continente ne è la piena dimostrazione (fig. 4).
