NELLA PROSSIMA SETTIMANA UN TIMIDO SEGNALE DI CAMBIAMENTO ANCORA CONDIZIONATO DAL REGIME ANTICICLONICO
NELLA PROSSIMA SETTIMANA UN TIMIDO SEGNALE DI CAMBIAMENTO ANCORA CONDIZIONATO DAL REGIME ANTICICLONICO
di Andrea Corigliano – Fisico dell’Atmosfera
Stabilità atmosferica, inversioni termiche e cielo in prevalenza sereno laddove non sono presenti nubi basse: sappiamo ormai fin troppo bene che sono questi gli ingredienti delle condizioni meteorologiche invernali quando a governare lo stato del tempo sono le figure anticicloniche di stampo subtropicale che apportano tepore soprattutto in quota e favoriscono così temperature superiori – e non di poco – ai valori tipici del periodo. Questa situazione, che ci ha accompagnato durante questa seconda settimana di dicembre, mostrerà un parziale cambiamento all’inizio della prossima per opera del flusso perturbato atlantico che tenterà di rompere questo schema sinottico per proporre una maggiore dinamicità con il ritorno dei sistemi perturbati anche sul bacino del Mediterraneo.

Tra lunedì 15 e martedì 16, l’affondo di una saccatura fin sull’entroterra algerino, alimentata da aria fredda di origine polare marittima, attiverà un richiamo sciroccale sulle nostre regioni di ponente a sostegno di una perturbazione che si troverebbe tuttavia impossibilitata a evolvere verso levante per la presenza dell’attuale figura anticiclonica che andrà a collocare i propri massimi al suolo e in quota tra la penisola balcanica e il Mar Nero. Incalzato anche ad ovest dall’espansione dell’ala orientale dell’anticiclone delle Azzorre, il sistema perturbato subirà così una strozzatura del canale depressionario collegato al flusso principale atlantico e andrà così a chiudersi probabilmente in una goccia fredda tra mercoledì 17 e giovedì 18 proprio sull’entroterra algerino.
Arriveranno quindi le precipitazioni sull’Italia? In parte sì, ma la localizzazione e l’intensità dei fenomeni – che interesseranno con maggiore probabilità le regioni di ponente – dipenderà da quanto quel canale sciroccale di richiamo riuscirà a progredire verso levante prima che il sistema si isoli sull’entroterra sahariano. Aspettiamo quindi fino a domenica prima di fornire indicazioni più affidabili dal momento che non è semplice, per la modellistica numerica, tracciare quel confine oltre il quale la perturbazione perderà efficacia perché contrastata dalla resistenza del campo anticiclonico: la posizione di un’isobara più a ovest o più a est potrà infatti fare la differenza e a una distanza temporale di quattro giorni dall’evento può essere ancora decisiva proprio l’incertezza di questo fattore meteorologico. Su un aspetto, però, siamo certi. E cioè che andremo probabilmente incontro a un (parziale) peggioramento del tempo che vedrà i campi di alta pressione decidere ancora le sorti delle condizioni meteorologiche delle nostre latitudini, come se fossimo all’inizio di una stagione autunnale che deve ancora entrare a pieno regime.