SUL TEMPO DELLA SETTIMANA DI NATALE: A CHE PUNTO SIAMO?
SUL TEMPO DELLA SETTIMANA DI NATALE: A CHE PUNTO SIAMO?
di Andrea Corigliano – Fisico dell’Atmosfera
Passano i giorni e si susseguono gli aggiornamenti sulle condizioni meteorologiche che ci aspetterebbero nel corso della prossima settimana di Natale. Instancabili come sempre e partendo dalle nuove osservazioni che si aggiornano di volta in volta, i modelli numerici ricalcolano le evoluzioni restando però in balìa di un caos atmosferico che a causa di una distanza temporale ancora elevata – siamo oggi a oltre una settimana – continua a mostrare la propria influenza nei diversi scenari proposti tuttora condizionati da incertezze non trascurabili nella collocazione dei principali centri motore che governeranno il movimento delle masse d’aria.

Abbiamo però imparato che le linee di tendenza a lungo termine si analizzano sempre in chiave probabilistica senza correre dietro alla singola soluzione di ogni ricalcolo: grazie proprio a questo approccio, anche analizzando l’aggiornamento odierno possiamo affermare che quel segnale dominante di cui abbiamo discusso nei due recenti interventi non solo continua ad essere riproposto, ma ci permette anche di fare un primo passo avanti verso l’inquadramento dello scenario più probabile atteso proprio nei giorni intorno a Natale. Da quel segnale prenderebbe infatti forma un campo anticiclonico in area scandinava il cui valore medio, stimato oggi intorno ai 1035 hPa, non è ancora da intendere come quello massimo della pressione atmosferica della figura barica, ma va interpretato come la probabilità che alle alte latitudini il segnale anticiclonico potrebbe essere robusto e quindi potenzialmente duraturo.
In sede mediterranea, invece, ecco prendere forma una prima bozza di una circolazione depressionaria che sarà meglio definita nel corso dei prossimi giorni. In ultimo, inizia anche a intravedersi una discesa di aria fredda verso latitudini più meridionali come conseguenza dell’azione dei due ingranaggi barici appena descritti. È però ancora troppo presto parlare di eventuali irruzioni fredde e vi spiego il perché. Al momento la modellistica numerica sta ipotizzando le eventuali traiettorie delle masse d’aria, probabilmente di origine artica, basandosi sulla posizione dell’area anticiclonica che è ancora simulata: in pratica, si tratta di una simulazione nella simulazione e quindi è ancora molto complicato riuscire a fornire le prime indicazioni, anche di massima, su eventuali retrogressioni dei flussi dai quadranti orientali.
Bisognerà aspettare che il campo anticiclonico si sarà formato e solo allora, contando sulla sua possibile persistenza che pare essere confermata dal segnale dominante, si potrà sapere come saranno veicolati le correnti in base ai movimenti e alle pulsazioni del campo anticiclonico stesso.E un po’ come quando corriamo in autostrada a una certa velocità: se desideriamo invertire la marcia – cioè far sì che in questo caso le correnti da occidentali diventino orientali – dobbiamo prima fermarci e poi invertire il verso di percorrenza. Se non sappiamo ancora dove ci fermeremo prima di invertire il moto, non sapremo mai da dove partiremo per tornare indietro. Ecco, la formazione di quel campo anticiclonico in sede scandinava rappresenterà proprio il punto in cui noi ci fermeremo in automobile prima di tornare indietro. Come sempre, arriveremo a scoprirlo passo dopo passo. Ci aggiorneremo nuovamente venerdì. Un abbraccio a tutti.