Scoperta, in un buco nero, la sorgente dei fantasmi dell’universo, i neutrini cosmici

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Scoperta, in un buco nero, la sorgente dei fantasmi dell’universo, i neutrini cosmici

Sono i messaggeri della nuova astronomia. L’annuncio fatto in diretta
www.ansa.it

Un blazar, ossia una galassia con al centro un enorme buco nero, è la prima sorgente mai vista dei fantasmi dell’universo, i neutrini cosmici. Sono questi i nuovi messaggeri dell’astronomia, insieme alla luce e alle onde gravitazionali sono stati visti in Antartide dall’esperimento IceCube, che ha allertato il telescopio Fermi della Nasa e altri 15 esperimenti tutti hanno visto il blazar. Alla scoperta, annunciata in Usa, l’Italia partecipa con la sua Agenzia Spaziale (Asi), Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (Infn) e Istituto Nazionale di Astrofisica (Inaf) e molte università. Importante il ruolo dell’Osservatorio Europeo Australe (Eso)

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Rappresentazione artistica del blazar dal quale sono partiti i neutrini intercettati nei ghiacci antartici (fonte: IceCube/NASA)

 E’ un altro importante passo in avanti nella nuova astronomia, quella multi-messaggero basata su segnali di tipo diverso e inaugurata nel 2017 con l’osservazione della luce e delle onde gravitazionali generate dalla collisione di due stelle di neutroni. Quei segnali erano stati catturati dai rivelatori di onde gravitazionali Ligo e Virgo e da 70 telescopi.

La scoperta è pubblicata in una serie di articoli sulle riviste Science e Monthly Notices of the Royal Astronomical Society e Astrophysical Journal Letters. Come era accaduto nel 2017, anche questa scoperta è stata corale e fornisce solidi indizi per riuscire a spiegare uno dei misteri dell’astronomia, ossia l’origine dei raggi cosmici di altissima energia.

Il commento di Patrizia Caraveo (Inaf)

I neutrini sono considerati finora particelle fantasma perché interagiscono molto debolmente con la materia, attraversandola senza lasciare traccia. La fonte appena scoperta è un rarissimo corpo celeste, un blazar indicato con la sigla TXS 0506+056: questa galassia attiva con un buco nero supermassiccio al centro si trova a 4,5 miliardi di anni luce dalla Terra, in direzione della costellazione di Orione.

Il segnale, chiamato IC-170922A, era stato catturato dai rivelatori nelle profondità dei ghiacci dell’Antartide. Finora le uniche due fonti note erano il Sole e una supernova molto vicina.

Rappresentazione grafica di un neutrino che interagisce con un molecola di ghiaccio (fonte: Nicolle R. Fuller/NSF/IceCube)

Quella appena scoperta è quindi la prima fonte di neutrini non stellare. Non appena ricevuto l’allerta dall’esperto IceCube, lo strumento Lat del telescopio Fermi ha diramato un ATel, ossia un Telegramma Astronomico che ha permesso a tutti gli altri 14 esperimenti di puntare la sorgente.

Le prime conferme sono arrivate dal satellite italiano Agile, realizzato dall’Asi con il contributo di Inaf e Infn e dai telescopi Magic, dell’osservatorio di La Palma alle Canarie, realizzati con in contributo di Inaf e Infn.

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