Svelata, grazie al DNA, l’origine di antiche e misteriose mummie cinesi

0

Svelata, grazie al DNA, l’origine di antiche e misteriose mummie cinesi

Scoperte all’estremità nord-occidentale della Cina, le mummie, risalenti a 4000 anni fa e perfettamente conservate, non sono di popolazioni provenienti da ovest importatrici di tecniche di agricoltura e allevamento, come si supponeva in precedenza. A rivelarlo è una recente analisi genetica
di Smitri Mallapaty/Nature
www.lescienze.it

Fin dalla loro scoperta, avvenuta un secolo fa, centinaia di mummie conservate naturalmente e trovate nel bacino di Tarim, in Cina, sono rimaste un mistero per gli archeologi. Alcuni pensavano che i resti dell’Età del bronzo fossero di migranti provenienti da migliaia di chilometri a ovest, che avevano introdotto le pratiche agricole nella regione. Ma ora, un’analisi genomica suggerisce che fossero indigeni che adottarono metodi agricoli di gruppi vicini.

Tombe nel deserto del Taklamakan, in Cina, che contengono resti umani risalenti fino a 4000 anni fa (© Wenying Li, Xinjiang Institute of Cultural Relics and Archaeology) 



Come riferito su “Nature”, i ricercatori hanno rintracciato l’ascendenza di questi primi agricoltori cinesi nei cacciatori-raccoglitori dell’Età della pietra che vivevano in Asia circa 9000 anni fa. Sembra che fossero geneticamente isolati e che, nonostante ciò, avessero imparato ad allevare bestiame e coltivare cereali, così come hanno fatto altri gruppi.

Lo studio suggerisce l’esistenza di “modi davvero diversificati in cui le popolazioni si muovono e non si muovono, e come le idee possano diffondersi con, ma anche attraverso, le popolazioni”, spiega la co-autrice Christina Warinner, archeologa molecolare della Harvard University di Boston, in Massachusetts.

La scoperta dimostra che lo scambio culturale non va sempre di pari passo con i legami genetici, afferma Michael Frachetti, archeologo della Washington University a St. Louis, nel Missouri. “Solo perché queste persone stanno commerciando, non significa necessariamente che si sposino tra loro o abbiano figli insieme”, aggiunge.

Un ambiente perfetto per la conservazione

Le mummie sono state scoperte a partire dall’inizio del XX secolo nei cimiteri appartenenti alla cosiddetta cultura Xiaohe e sparsi nel deserto del Taklamakan, nella regione cinese dello Xinjiang. Il deserto “è uno dei luoghi più ostili della Terra”, sottolinea Alison Betts, archeologa dell’Università di Sydney, in Australia.

Qui, i corpi erano sepolti in bare a forma di imbarcazione e avvolti in pelle di bestiame. L’ambiente caldo, arido e salato del deserto li ha preservati naturalmente, mantenendo tutto perfettamente intatto, dai capelli ai vestiti. Prima dell’ultimo studio, “sapevamo moltissimo su questi individui dal punto di vista fisico, ma non sapevamo nulla su chi fossero e perché fossero lì”, sottolinea Betts.

Corpo mummificato di donna scoperto nella necropoli di Xiaohe (© Wenying Li, Xinjiang Institute of Cultural Relics and Archaeology)

Le mummie, che sono rimaste sepolte per un periodo di 2000 anni o più, risalgono a un periodo significativo nella storia dello Xinjiang, quando le antiche comunità stavano passando da un sostentamento basato sulla caccia e sulla raccolta a uno basato sull’agricoltura, aggiunge Betts.

Alcune delle mummie scoperte successivamente furono sepolte con tessuti di lana e vestiti simili a quelli delle culture trovate a ovest. Le tombe contenevano anche miglio, grano, ossa di animali e prodotti lattiero-caseari – prove di tecnologie agricole e pastorali caratteristiche delle culture di altre regioni dell’Eurasia, che hanno portato i ricercatori a ipotizzare che queste persone fossero originariamente migranti provenienti dall’ovest, passati attraverso la Siberia, l’Afghanistan o l’Asia centrale.

I ricercatori dell’ultimo studio – provenienti da Cina, Corea del Sud, Germania e Stati Uniti – hanno prelevato il DNA dalle mummie per verificare queste ipotesi, ma non hanno trovato alcuna prova per sostenerle.

Hanno sequenziato i genomi di 13 individui vissuti tra 4100 e 3700 anni fa e i cui corpi sono stati trovati negli strati più bassi dei cimiteri del bacino del Tarim, nel sud dello Xinjiang, così come altre cinque mummie provenienti da centinaia di chilometri di distanza nel nord dello Xinjiang, vissute tra 5000 e 4800 anni fa.

Hanno poi confrontato i profili genetici di queste persone con i genomi precedentemente sequenziati di più di 100 gruppi antichi di persone e quelli di più di 200 popolazioni moderne di tutto il mondo.

Due gruppi di persone

Hanno scoperto che gli individui del nord dello Xinjiang condividevano alcune parti dei loro genomi con i migranti dell’età del bronzo dai monti Altai dell’Asia centrale, vissuti circa 5000 anni fa – avvalorando un’ipotesi precedente.

Ma le 13 persone del bacino del Tarim non condividevano questa ascendenza. Sembra che fossero legati esclusivamente ai cacciatori-raccoglitori che vivevano nella Siberia meridionale e in quello che ora è il Kazakhstan settentrionale circa 9000 anni fa, spiega il co-autore Choongwon Jeong, esperto di genetica evolutiva e delle popolazioni della Seoul National University. Anche gli individui dello Xinjiang settentrionale condividevano alcuni di questi antenati.

Prove di prodotti lattiero-caseari sono state trovate accanto alle mummie più giovani dagli strati superiori dei cimiteri nel bacino di Tarim, così i ricercatori hanno analizzato la placca dentale calcificata sui denti di alcune delle mummie più antiche per capire a quando risalisse l’allevamento di prodotti lattiero-caseari. Nella placca, hanno scoperto proteine del latte di bovini, pecore e capre, suggerendo che anche i primi coloni qui consumavano prodotti caseari. “Questa popolazione fondatrice aveva già integrato la pastorizia casearia nel suo stile di vita”, spiega Warinner.

Ma lo studio solleva molte altre domande su come la popolazione della cultura Xiaohe abbia ottenuto queste tecnologie, da dove e da chi, conclude Betts. “Questa è la prossima cosa che dobbiamo cercare di risolvere.”

Share.

Leave A Reply