La Tanzania vuole salvare il lago Tanganika dagli impatti del cambiamento climatico
Chiesto un finanziamento alla Banca mondiale per sbarrare il fiume Lukuga
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Il Lago Tanganika, sulle cui rive si affacciano Tanzania, Burundi, Repubblica democratica del Congo (Rdc) e Zambia, è il più profondo del mondo ma sta subendo le conseguenze dei cambiamenti climatici e dell’inquinamento da parte delle comunità costiere.

Per questo il governo della Tanzania ha avviato da tempo dei colloqui con la Banca Mondiale perché stanzi fondi per salvare il Tanganika e January Makamba, segretario di Stato all’ambiente ha detto che «La Tanzania collabora col Burundi, la Zambia e la Rdc, Paesi che condividono il lago, per salvarlo dalle catastrofi ambientali».
Il lago Tanganika è una fonte di cibo, acqua potabile, trasporti e molti altri servizi per milioni di persone che vivono nel suo bacino lacustre e oltre, ma subisce un forte inquinamento, anche industriale, che i Paesi rivieraschi non sembrano in grado di gestire e ridurre. Una situazione che si riflette anche sulla pesca, il cui rendimento è calato fortemente. Inoltre, teoricamente, in Paesi come il Burundi, sarebbe vietato costruire a meno di 150 metri dal lago, ma in molti ottengono “permessi speciali” per farlo e proprio la diffusa corruzione degli amministratori e dei funzionari locali la malattia che acuisce tutti i problemi ambientali e che rischia di far morire il lago per inquinamento e incuria.
Intervenendo di fronte all’Assemblea nazionale nella capitale della Tanzania Dodoma, Makamba ha spiegato che «Il lago Tanganika conosce degli elevati livelli di inquinamento e affronta un calo importante delle sue acque a causa del cambiamento climatico».
Il segretario all’ambiente della Tanzania h aggiunto che «I quattro Paesi hanno deciso di cercare un sostegno presso la Banca Mondiale perché li aiuti a finanziare un progetto per costruire un muro sul fiume Lukuga che è un emissario del lago».

