Le città europee dovranno affrontare condizioni meteorologiche molto più estreme di quanto si pensasse
A Roma sarà record di ondate di caldo nell’Ue. L’Italia a rischio forte aumento siccità
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Lo studio “Future heat-waves, drought and floods in 571 European cities” pubblicato da un team della Newcastle University e del Willis Research Network ( Selma Guerreiro, Richard Dawson, Chris Kilsby, Elizabeth Lewis e Alistair Ford) su Environmental Research Letters, ha analizzato per la prima volta i cambiamenti di inondazioni, siccità e ondate di caldo nelle città europee, utilizzando tutti i modelli climatici e il risultato è preoccupante: un peggioramento delle ondate di caldo in tutte le 571 città esaminate, con Roma che risulta una delle 8 città più colpite; l’aumento delle condizioni di siccità, in particolare nell’Europa meridionale (quindi anche in Italia); un aumento delle inondazioni fluviali, specialmente nelle città dell’Europa nordoccidentale. Le peggiori proiezioni annunciano aumenti di tutti i rischi per la maggior parte delle città europee,
Utilizzando le proiezioni di tutti i modelli climatici disponibili (insieme allo scenario di emissioni elevate RCP8.5 che implica un aumento da 2,6 a 4,8° C della temperatura globale), il team britannico ha realizzato tre diversi scenari futuri: ad impatto basso, medio e alto. Ma all’università di Newcastle fanno notare che «Lo studio mostra che anche il più ottimistico di questi – lo scenario a basso impatto – prevede che sia il numero di ondate di caldo che la loro temperatura massima aumenterà per tutte le città europee».

E tra i Paesi più colpiti ci sarà l’Italia, visto che «Le città dell’Europa meridionale vedranno i maggiori aumenti del numero di ondate di caldo, mentre le città dell’Europa centrale vedranno il maggiore aumento della temperatura durante le ondate di caldo: tra 2° C e 7° C per lo scenario basso e tra 8° C e 14° C per lo scenario alto».
Per quanto riguarda siccità e alluvioni, le città interessate dipendono dallo scenario preso in esame. Per lo scenario a basso impatto, le condizioni di siccità si intensificano solo nelle città dell’Europa meridionale, mentre le inondazioni del fluviali peggiorano solo in quelle nord-occidentali e a subire grossi danni saranno proprio le città britanniche: «Anche nello scenario più ottimistico, si prevede che l’85% delle città del Regno Unito con un fiume, inclusa Londra, subiranno un aumento delle inondazioni fluviali, mentre per lo scenario elevato, metà delle città del Regno Unito potrebbe vedere un aumento di almeno il 50% dei picchi di piea. Le città che si prevede siano maggiormente colpite dallo scenario ad alto impatto sono Cork, Derry, Waterford, Wrexham, Carlisle e Glasgow e, per lo scenario più ottimistico e di basso impatto, Derry, Chester, Carlisle, Aberdeen e Glasgow».
Se si passa alla siccità, con lo scenario a basso impatto, entro il 2051-2100, le città nel sud della penisola Iberica, come Malaga e Almeria, dovrebbero registrare più del doppio di siccità rispetto al periodo 1951-2000. Mentre nello scenario ad alto impatto in futuro il 98% delle città europee potrebbe subire siccità peggiori e le città dell’Europa meridionale potrebbero sperimentare periodi di siccità fino a 14 volte peggiori di oggi.
La principale autrice dello studio, Selma Guerreiro della School of Engineering dell’università di Newcastle University, non nasconde la sua preoccupazione: «Anche se le regioni dell’Europa meridionale ssi adattassero a far fronte alla siccità, questo livello di cambiamento potrebbe andare oltre il punto di non ritorno. Inoltre, la maggior parte delle città subirà notevoli cambiamenti per più di un pericolo, il che evidenzia la sfida sostanziale che le città devono affrontare nella gestione dei rischi climatici».
Anche secondo i leader del team di ricerca dello studio, Richard Dawson, della School of Engineering dell’università di Newcastle, «Le implicazioni dello studio in termini di come l’Europa si adatta ai cambiamenti climatici sono di vasta portata. La ricerca sottolinea l’urgente necessità di progettare e adattare le nostre città per far fronte a queste condizioni future. Nelle nostre capitali stiamo già assistendo in prima persona alle conseguenze degli eventi meteorologici estremi. A Parigi la Senna è salita di oltre 4 metri sopra il suo normale livello idrico. E mentre Città del Capo si prepara a chiudere i rubinetti, questa analisi mette in evidenza che tali eventi climatici possono succedere anche nelle città europee».
