Le immagini dell’apocalisse a Kangaroo Island
Uno scrigno della biodiversità ridotto in cenere. Estinto il ragno pellicano endemico
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Kangaroo Island, nell’Australia meridionale, veniva paragonata a un’Arca di Noè per la sua biodiversità unica, ma i devastanti incendi che hanno incenerito gran parte dell’isola potrebbero aver cancellato interi ecosistemi e alcune specie potrebbero non riprendersi più o essersi già estinte. Tra queste ultime sembra proprio che ci sia un’antichissima specie di ragno pellicano, lo Zephyrarchaea austini, endemico di Kangaroo island.
Lo scopritore di questa specie, Michael Rix del museo del Queensland, ha detto all’Australian Broadcasting Corporation che «Il suo habitat è stato distrutto degli incendi boschivi che hanno devastato più di un terzo dell’isola. Era conosciuto unicamente nel nord-ovest dell’isola. Per quanto ne sappiamo, questa zona è stata severamentre colpita (le indagini satellitari la mostrano completamente v bruciata, ndr) – Crediamo che il ragno sia stato duramente colpito, forse sterminato».
Infatti, difficilmente un piccolo animale come lo Zephyrarchaea austini, che misura solo due millimetri, può essersi messo in salvo da incendi velocissimi come quelli che hanno incenerito il suo habitat. Se così fosse, avremmo perso una specie di aracnide che ha le sue origini nel Jurassuco, più di 140 milioni di anni fa.

Rix spiega che mentre molte specie di ragni sono in grado di sfuggire agli incendi, questi rafgni pellicano vivono esclusivamente nel suolo ricoperto di foglie che non esiste più: «Si trovano solo nelle foreste tropicali e in habitat umidi complessi. Per quanto ci è dato conoscere, non possono essere sfuggiti alle fiamme se non in aree del loro habitat risparmiate. L’incendio di le Kangaroo Island è inquietante perché è stato particolarmente caldo e distruttivo. Crediamo che la totalità del loro habitat sia buciato».
Ma zoologi, scienziati e ambientalisti definiscono gli incendi di Kangaroo Island una vera e propria apocalisse: gran parte della biodiversità dell’isola è stata cancellata e si teme che sia scomparsa la metà della popolazione di koala, che arrivava a 50.000 esemplari.
Gli animali protetti dal Kangaroo Island Wildlife Park si sono salvati solo perché il personale del parco, disubbidendo a un’ordinanza di evacuazione, il 9 gennaio è rimasto a proteggerli a rischio della vita. Nel resto dell’isola le cesse parafuoco non sono servite a nulla e lungo le strade ci sono file di alberi carbonizzati che continuano a bruciare dall’interno. Il treno e cenere e il fumo riempie l’aria, mentre ovunque ci sono carcasse di koala e canguri carbonizzate.
In disastro ecologico è così grande che è stato inviato l’esercito e i soldati australiani e neozelandesi scavano fosse dove vengono seppelliti le migliaia di pecore e bovini morti, insieme ai resti di centinaia di koala, canguri, wallaby e uccelli.
Kangaroo Island è (era?) uno dei santuari della fauna selvatica più importanti dell’Australia, noto per la sua biodiversità. Ora si teme che metà dell’isola (oltre 215.000 ettari) sia stata bruciata. A Vivonne Bay gli incendi sono arrivati fino al mare.
Caroline Paterson, una ex ranger del Parco Nazionale che occupa tutta l’area sud-occidentale dell’isola, ha detto a BBC Australia: «E’ apocalittico. Ora lì è stato devastato dagli incendi che bruciano dal 20 dicembre. Stiamo lottando per cercare dei resti di vegetazione intatta dove alcune specie potrebbero essere ancora presenti. E’ un posto molto speciale. L’isola è stata protetta da molte malattie. L’intero territorio era così importante».
