L’HEAT DOME DELLA SETTIMANA DI FERRAGOSTO
L’HEAT DOME DELLA SETTIMANA DI FERRAGOSTO
di Andrea Corigliano – Fisico dell’Atmosfera
Siamo entrati in una nuova fase meteorologica contrassegnata dal dominio del promontorio nord africano in un periodo dell’anno che, come è ormai noto, è statisticamente il più stabile. Stabilità non significa solo prevalenza di tempo sereno, ma anche di pigrizia dell’atmosfera a cambiare le condizioni di equilibrio in cui si trova specie se queste sono dettate da figure bariche persistenti che bloccano le correnti occidentali, deviandole verso le latitudini europee più elevate. Si tratta di una situazione che finisce per isolarsi dal flusso portante e che, sotto un regime anticiclonico di matrice subtropicale, va a costruire quella che in gergo tecnico si chiama «heat dome», cioè «cupola di calore» (fig. 1).

In estrema sintesi, il trasporto di aria calda dalle basse latitudini, ben visibile dal campo di temperatura a 850 hPa, dilata la colonna troposferica gonfiandola come se fosse una mongolfiera e la circolazione anticiclonica che si instaura alle alte quote, evidenziata da elevate altezze di geopotenziale, schiaccia l’aria già calda verso il basso comprimendola e surriscaldandola ulteriormente. Nella settimana che ci porterà al Ferragosto sarà proprio questo l’elemento saliente del tempo su tutta l’Europa centro-occidentale e la regione balcanica (fig. 2, a sinistra). Un promontorio esteso da Marocco al Mediterraneo occidentale segnerà la strada all’alimentazione di aria calda subtropicale, diretta verso le regioni centrali europee dove la curvatura oraria del flusso andrà a plasmare e irrobustire una cupola di calore destinata a durare almeno fino a domenica prossima. Anche l’Italia ne sarà interessata e in modo particolare lo saranno le regioni centro-settentrionali, dove le anomalie di temperatura saranno più marcate e si manterranno fino a 5-9 °C oltre le medie di metà agosto (fig. 2, a destra).

Per la nostra penisola bisognerà considerare, nel corso dei prossimi giorni, la probabile formazione di temporali di calore perché si conferma la modestissima circolazione ciclonica che andrà ad attivarsi in quota e che, specie da metà settimana, potrà agevolare la termo-convezione soprattutto sulle aree alpine ed appenniniche. Dal punto di vista termico, la permanenza della massa d’aria subtropicale alle nostre latitudini manterrà almeno fino a domenica prossima temperature elevate, con caldo tra moderato e intenso anche per via del crescente disagio fisiologico dovuto all’afa. Salvo lievi oscillazioni che si potranno registrare tra una giornata e l’altra, del tutto fisiologiche per il contributo di effetti locali, possiamo dire che in generale si prevedono temperature massime per lo più comprese tra 32 e 37 °C, con picchi di 38-40 °C. Qualche grado in meno, di solito, lungo le coste. Concludo con un breve richiamo didattico. Come è stato ribadito in altre occasioni e come è stato ancora una volta spiegato in questa disamina, non è possibile avere ondate di calore senza che ci sia il contributo di una massa d’aria che è già calda in partenza e che subisce un ulteriore processo di riscaldamento per compressione adiabatica. Temperature diffusamente sui 33-36 °C, con picchi di 39-40 °C, sono espressione della dinamica atmosferica che abbiamo presentato: si tratta di valori che non si raggiungono in nessun altro campo anticiclonico se non è presente in quota una componente subtropicale continentale che ha in mano le redini della situazione. Il tempo è governato dall’alto: ricordiamocelo sempre!