La cometa 3I/ATLAS rilascia metanolo e cianuro: il lato nascosto di questo mix “alieno”
Un rilascio di molecole che incuriosisce la scienza e accende nuove ipotesi sulle origini della vita nello spazio: 3I/ATLAS non è un “serial killer cosmico”, ma un possibile “giardiniere interstellare”
di Greenme.it
La cometa 3I/ATLAS, terzo oggetto interstellare mai avvistato nel Sistema Solare, continua a far parlare di sé. Le osservazioni del gigantesco array ALMA, nel deserto di Atacama, hanno rivelato che la cometa aliena libera nello spazio metanolo e acido cianidrico: due molecole comuni nelle comete “di casa nostra”, ma presenti qui in un rapporto sorprendentemente squilibrato.
Secondo i dati analizzati dal team NASA guidato da Nathan X. Roth, il metanolo risulta decisamente prevalente e aumenta man mano che la cometa si avvicina al Sole, mentre il cianuro di idrogeno proviene più direttamente dal nucleo ghiacciato. È un comportamento inusuale, raro perfino nei database cometari più completi.
Avi Loeb, fisico di Harvard noto per il suo approccio sempre diretto e fuori dagli schemi, ha scelto parole nette per spiegare il fenomeno: 3I/ATLAS non è un “assassino che sparge veleno”, ma piuttosto un corpo che trasporta composti utili alla chimica della vita. Loeb ricorda infatti che metanolo e cianuro — al di là del loro nome un po’ inquietante — sono molecole presenti ovunque nei processi biologici, persino nelle piante che ogni giorno abbiamo sotto gli occhi.
Perché metanolo e acido cianidrico non sono (solo) veleni nello spazio
Il metanolo, pur essendo tossico per l’uomo, è una molecola fondamentale nella costruzione di composti organici: dalle reazioni che portano agli amminoacidi fino alla formazione degli zuccheri più semplici. L’acido cianidrico, nell’immaginario legato ai conflitti mondiali e ai gas letali, nello spazio assume un ruolo completamente diverso: può contribuire alla nascita delle basi azotate del DNA e dell’RNA, in particolare l’adenina.
È proprio osservando molecole come queste nelle comete che nasce l’idea della panspermia, antica teoria secondo cui gli ingredienti della vita viaggerebbero tra le stelle trasportati da comete e asteroidi. Loeb, che sostiene questa possibilità con entusiasmo, riesce a sintetizzarla in un’immagine semplice: 3I/ATLAS come un “giardiniere amichevole” che disperde semi chimici, non come un portatore di morte.
I dati ALMA lo confermano: il rapporto metanolo/HCN è tra i più alti mai misurati, secondo solo alla cometa anomala C/2016 R2. Una vera rarità cosmica, che rende 3I/ATLAS un laboratorio naturale perfetto per capire come, in ambienti freddissimi e lontani da ogni stella, possa prendere forma la chimica organica complessa.
Le immagini e le analisi mostrano un quadro coerente: i getti più ricchi di metanolo puntano verso il Sole; il cianuro di idrogeno si diffonde più pacificamente dal nucleo; e la cometa, attiva e imprevedibile, sembra portare con sé un frammento autentico del suo sistema d’origine. Non solo un “turista stellare”, dunque, ma un messaggero di come potrebbe apparire la materia organica al di fuori del nostro vicinato cosmico.
Uno sguardo che cambia il racconto
Per la scienza, ogni oggetto interstellare è una finestra aperta su luoghi che non potremo visitare ancora per molto tempo. Dopo ʻOumuamua e Borisov, arriva un terzo frammento di un’altra storia stellare: una cometa ricca, dinamica, con una chimica tanto familiare quanto misteriosa.
È facile immaginare il fascino di questa scoperta: un oggetto nato intorno a un’altra stella, arrivato da distanze inimmaginabili, che attraversa il nostro Sistema Solare lasciando dietro di sé sostanze che potrebbero essere state alla base della vita. E mentre c’è chi si concentra sull’HCN come “veleno”, i ricercatori guardano al quadro completo, ricordando che la natura non ragiona per categorie morali, ma per reazioni chimiche.
Loeb, nel suo modo un po’ spiazzante ma efficace, chiude così:
3I/ATLAS non ci sta avvelenando. Sta facendo esattamente ciò che fanno le comete: spargere semi.
E forse è proprio questo che rende così affascinante ogni suo passaggio: una promessa di conoscenza che vale la pena inseguire, senza pregiudizi e con lo sguardo curioso di chi sa che l’Universo è molto più creativo di noi.
Fonte: ALMA