IL RITORNO DELL’ANTICICLONE

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IL RITORNO DELL’ANTICICLONE

IL RITORNO DELL’ANTICICLONE

di Andrea Corigliano – Fisico dell’Atmosfera

Dopo l’intensa ondata di maltempo che ha interessato negli ultimi giorni le regioni meridionali e in particolare la Calabria, la Basilicata e la Puglia con precipitazioni anche abbondanti, le condizioni meteorologiche sono migliorate passando da uno stato di variabilità che ci ha interessato nella giornata di venerdì 5 e che poi ha lasciato spazio ad una maggiore stabilità atmosferica a partire da sabato 6.

La prima settimana di dicembre volgerà così al termine con la chiusura di quel canale perturbato proveniente dal lontano Canada e con un nuovo cambiamento della circolazione atmosferica che alle nostre latitudini sarà governata, da domenica, da una rimonta del promontorio nord africano.

La figura anticiclonica subtropicale dovrebbe condizionare il nostro stato del tempo per quasi tutta la prossima settimana secondo uno schema sinottico che molto probabilmente vedrà la struttura assumere i massimi valori di altezza di geopotenziale in quota proprio sul bacino centrale del Mediterraneo e sulla vicina penisola balcanica (fig. 1, a sinistra).

Il flusso di aria particolarmente mite veicolato dal promontorio stesso comporterà inevitabilmente il raggiungimento di temperature particolarmente elevate per il periodo almeno per quanto riguarda i valori che saranno rappresentativi della massa d’aria in arrivo a circa 1500 metri: a tal proposito, proprio perché lo scarto dalla climatologia supererà probabilmente il 99° percentile (fig. 1, a destra), possiamo affermare che si tratterà di una situazione di caldo marcatamente anomalo per dicembre almeno in montagna, mentre nei bassi strati l’eventuale formazione di nubi basse o nebbie potrebbe attenuare in parte l’anomalia che evidenzierà comunque una situazione caratterizzata da temperature superiori alla media.

Non è passato molto tempo dall’ultima situazione analoga che abbiamo vissuto. Era infatti il 9 novembre scorso quando uno scenario simile era stato delineato per i giorni centrali del mese con una più intensa avvezione – in termini di anomalia – di aria mite subtropicale, diretta soprattutto verso la Francia, la Svizzera, l’Austria e il nostro arco alpino (fig. 2, a sinistra).

Quella situazione prevista ha trovato poi riscontro nel raggiungimento di nuovi primati di caldo in diverse stazioni europee, sia in quota che in pianura (fig. 2, a destra). Non necessariamente, però, deve esserci un nuovo record termico per far sì che l’evento acquisti importanza: è più indicativa la persistenza dell’evento stesso e la frequenza con cui esso si ripete perché il fatto che più eventi siano ravvicinati tra di loro è un chiaro segnale di una modifica ormai sostanziale della circolazione atmosferica alle nostre latitudini.

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