Le onde di Tsunami generate dalla scossa di Mw 8.8 del 20 luglio 2025 nel Kamchatka
Le onde di Tsunami generate dalla scossa di Mw 8.8 del 20 luglio 2025 nel Kamchatka
Tratto da Pacific Tsunami Warning Center
Il 30 luglio 2025, il sesto terremoto più forte mai registrato nell’era sismologica modenra, è stato registgrato al largo della penisola del Kamchatka, nell’estremo oriente della Russia, alle 11:24 del mattino (29 luglio, ore 23:24 UTC). La sua magnitudo 8,8 lo ha reso anche il terremoto più forte dopo quello di magnitudo 9.0 che ha colpito il largo del Giappone nel 2011 e, come quel terremoto, ha prodotto uno tsunami pericoloso sia per le coste vicine, che per quelle lontane. Mentre lo tsunami si diffondeva nell’Oceano Pacifico nel corso del giorno e mezzo successivo, arrivando fino ai paesi dell’America centrale e meridionale e a diverse isole del Pacifico, paesi ai quali sono state fornite indicazioni sui pericoli imminenti. Per gli Stati Uniti, il Pacific Tsunami Warning Center (PTWC) ha emesso un’allerta tsunami (1 m o più, raccomandazione di evacuazione) per le Hawaii e avvisi di tsunami (da 0,3 a 1 m, raccomandazione di lasciare la spiaggia) per Guam e le Samoa americane. Sono stati emessi avvisi di tsunami anche per le isole Aleutine occidentali e la California settentrionale, e avvisi di tsunami per le isole Aleutine orientali, la penisola dell’Alaska, l’Alaska meridionale, la Columbia Britannica, Washington, Oregon e la California a sud di Mendocino.

Come previsto, la Russia ha ricevuto le onde di tsunami più alte, con una misurazione di altezza massima che ha raggiunto i 19m. Al di fuori della Russia, le ampiezze maggiori si sono registrate alle Hawaii, con Kahului e Maui che hanno registrato oltre 1,7m e le altre principali isole hawaiane che hanno tutte registrato valori di altezza superiori a 1m. Altre località con valori di run-up comparabili includono Giappone e Cile (1,3 m), California settentrionale (1,2 m), Isole Galapagos (1,0 m) e Atollo di Midway e Samoa Americane (poco meno di 1 m).
Il Pacific Tsunami Warning Center (PTWC) crea animazioni di tsunami con lo stesso strumento che utilizza per determinare la pericolosità degli tsunami in tempo reale: il modello di previsione Real-Time Forecasting of Tsunamis (RIFT). Il modello RIFT prende in input le informazioni sui terremoti e calcola il movimento delle onde attraverso gli oceani, prevedendone velocità, lunghezza d’onda e ampiezza. Questa animazione mostra i valori suddetti attraverso il moto simulato delle onde mentre attraversano l’Oceano Pacifico. È possibile vedere la distanza tra le creste delle onde successive (lunghezza d’onda) e il colore indica la loro altezza (metà ampiezza). Casa ancora più importante, il modello mostra cosa succede quando queste onde di tsunami colpiscono la terraferma.
L’animazione inizia con tutte le coste coperte da punti blu. Il colore blu indica il normale livello del mare, ma man mano che le onde di tsunami le raggiungono, cambiano colore per rappresentare l’altezza delle onde che si avvicinano alla costa, e spesso questi valori sono più alti delle onde nelle acque più profonde al largo. La combinazione di colori si basa sui criteri di allerta del PTWC, con il blu-verde che rappresenta nessun pericolo (meno di 30 cm o ~1 piede), il giallo-arancione che indica un pericolo basso con una raccomandazione di sgomberare la spiaggia (da 30 a 100 cm o ~1 a 3 piedi), il rosso chiaro-rosso acceso che indica un pericolo di inondazione e raccomanda l’evacuazione (da 1 a 3 m o ~3 a 10 piedi) e il rosso scuro che indica un pericolo grave che potrebbe giustificare un’evacuazione di secondo livello (superiore a 3 m o ~10 piedi).
Verso la fine di queste 30 ore simulate di attività, l’animazione delle onde passa alla “mappa energetica” di una superficie matematica che rappresenta il massimo innalzamento del livello del mare in mare aperto causato dallo tsunami, un modello che indica che l’energia cinetica dello tsunami non è stata distribuita uniformemente negli oceani, ma forma invece un “fascio” altamente direzionale, tale che lo tsunami è stato molto più violento al centro del “fascio” di energia che ai lati. Questo modello è generalmente correlato agli impatti costieri; si noti come le coste direttamente nel “fascio” siano colpite da onde più grandi rispetto a quelle ai lati.